sabato 21 aprile 2012

Il pH delle piscine

Il valore del pH dell’acqua di una piscina è il fattore più importante e non va mai trascurato, ad esempio la causa principale del noto “bruciore” degli occhi, è normalmente dovuto ad un errato valore di questo parametro e non ad un eccesso di cloro, oppure l’efficacia di un trattamento dell’acqua è strettamente legata al corretto valore di pH.


Con l‘apposito kit di analisi, si dovrà prelevare acqua dalla piscina ad una profondità di 30-40 cm, inserire una pastiglia di Red Phenol (di solito ha la sigla RP) senza toccarla con le dita, agitare la provetta e verificare il valore con la scala colorimetrica.
COME SI CORREGGE IL PH?
Nella maggior parte delle nostre acque di solito si rileva un valore pH tendente all’alcalino (oltre 7,6 pH) causato da un elevato tenore di calcio disciolto nell’acqua, e quindi sarà necessario ridurlo. Per fare questo si deve impiegare un “riduttore di pH” come il pH MINUS, nella dose di 15 grammi per metro cubo di acqua della piscina, con l’impianto di filtrazione sempre in funzione, e ripetendo il trattamento nei giorni successivi, fino al raggiungimento del valore corretto.
Ogni aggiunta di correttore di pH, modifica il valore di circa 0,2.
Il trattamento, potrebbe prolungarsi per molti giorni, ma in ogni caso non si dovrà mai eccedere nella dose giornaliera indicata, perchè oltre quel quntitativo non si ottengono risultati apprezzabili.
PROCEDURA PER IL CONTROLLO E LA MODIFICA DEL PH IN UNA PISCINA
- Procedere all’analisi dell’acqua e verificare il valore;
- Mettere in funzione (24 ore su 24) il sistema di filtrazione.
- Sciogliere la quantita di pH MINUS necessaria per il primo trattamento, in un secchio e versarlo poi sulla superficie dell’acqua.
- Ripetere il trattamento, se necessario, ogni 24 ore, fino al raggiungimento del valore corretto.
- Se il trattamento da svolgere dovesse durare più di 3/4 giorni, con questo intervallo utilizzare 5 grammi/metro cubo di Cloro Rapido, sciolto in un secchio e da spargere sulla superficie.
- Al termine del trattamento inserire le pastiglie di Tricloro nel dosatore o nello skimmer e regolare il tempo di filtrazione a seconda della temperatura.
ESEMPIO SU PISCINA STANDARD RETTANGOLARE 4x8 CON FONDO CM 140
Capacità della piscina 42 metri cubi.
Abbiamo appena terminato il riempimento della vasca e dall’analisi dell’acqua abbiamo ricavato un valore di pH 8,1 e quindi dobbiamo correggerlo, e presumiamo che saranno necessari circa 3/4 interventi (perchè per ogni trattamento riusciremo a ridurre il valore complessivo di 0,2).
1) Mettiamo in funzione la filtrazione sulla posizione manuale (in funzione 24 ore su 24)
2) Eseguiamo una clorazione shock (15 grammi a metro cubo di Diclor 56, quindi un totale di 630 grammi, sciolti in un secchio e sparsi uniformemente nella piscina).
3) Sciogliamo 630 grammi di pH MINUS in un secchio (44 mc X 15 gr) e spargiamoli sull’acqua.
4) Ripetiamo questo trattamento per 3 volte nei giorni successivi.
5) Il terzo giorno ripetiamo l’analisi, per capire se la procedura sta funzionando correttamente, e quindi stabiliamo se dobbiamo intervenire ancora. Se l’intervento deve continuare, dobbiamo ripetere anche clorazione shock, come descritto al punto 2.
6) Se infine il trattamento ha dato buoni risultati, procediamo all’inserimento dei pastiglioni di Tricloro nello skimmer (in questo esempio ne saranno necessari 2 o 3) e regoliamo i tempi di filtrazione a seconda della temperatura, altrimenti proseguire con il trammento di riduzione fino al raggiungimento del valore corretto.
A volte il trattamento dura anche più settimane, perchè la presenza di grandi quantità di calcio disciolto nell’acqua rende meno efficace il pH MINUS.
QUALI SONO I FATTORI CHE MODIFICANO IL pH?
- Piogge abbondanti
- Aggiunte importanti di acqua in piscina
- Grande affluenza di bagnanti in piscina
- Trattamenti chimici sbagliati
CHE PROBLEMI SI RISCONTRANO CON UN pH NON CORRETTO?
- Disturbi ai bagnanti (anche gravi) che si manifestano normalmente con forti bruciori agli occhi;
- Macchiatura del rivestimento in PVC, o del liner e dei componenti della piscina (scale in poliestere, idromassaggi ecc.) in modo persistente;
- Rapido invecchiamento del rivestimento in PVC o del liner e dei componenti della piscina
- Scarsa efficacia (riduzione anche del 50%) dei prodotti impiegati per la sanitizzazione dell’acqua.
IL VALORE DEL CLORO E’ CORRETTO, NON HO AGGIUNTO ACQUA, NON CI SONO STATI FATTORI ESTERNI CHE POSSONO AVER MODIFICATO IL pH, MA QUESTO E’ MOLTO ACIDO E SI FORMNANO ALGHE NELLA VASCA.
Questa sintomatologia, più diffusa in questi ultimi anni, indica con buona probabilità un eccesso di Acido Isocianurico nella vasca. Questo composto fa farte della stragrande maggioranza dei prodotti a base di cloro che si
usano in piscina (Tricloro, Dicloro) ed è uno stabilizzante. Il cloro infatti è noto come un elemento molto sensibile ai raggi solari, che lo degradano con facilità, per questa ragione una aggiunta di stabilizzante rende più efficace e persistente l’azione disinfettante del cloro.
Allo stesso tempo, però, l’acido isocianurico tende ad accumularsi progressivamente, e se il suo valore complessivo in vasca supera i 50 mg/litro rende inefficace qualunque trattamento di disinfezione, ecco spiegata la formazione di alghe nonostante il valore complessivo di cloro libero sia corretto. In pratica: il cloro c’è ma non riesce a svolgere la sua funzione.
Che fare? Per prima cosa ci si dovrà accertare che effettivamente il problema venga causato dall’eccesso di acido isocianurico, attrverso una analisi specifica (non viene rilevato con i comuni test in dotazione alle piscine), dopodichè l’unico intervento veramente efficace è la sostituzione parziale dell’acqua della vasca, che andrà prelevata dal basso, in quanto l’acido isocianurico, più pesante dell’acqua, tende ad accumularsi negli strati più profondi.

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